Cos’è l’assegno di invalidità?
Sotto il termine assegno di invalidità confluiscono le indennità di invalidità civile e gli assegni di accompagnamento, i quali vengono aggiunti ai primi per coloro che sono affetti da invalidità al 100%. Per questi motivi, gli assegni di accompagnamento sono svincolati dall’accertamento di criteri relativi al reddito, mentre le indennità di invalidità rimangono commisurate alla condizione economica del beneficiario.
Entrambi questi strumenti sono necessari per corrispondere un sussidio previdenziale a coloro i quali, sfortunatamente, si trovano in una situazione tale da non poter contare su una propria fonte di reddito, o comunque hanno necessità di integrarlo. In via di principio uno Stato di diritto sano deve sempre prevedere incentivi di questa tipologia, tuttavia in Italia si è spesso fatto un utilizzo abusivo di questi istituti, che ha portato in poco tempo il nostro paese al collasso finanziario.
Il fenomeno dei falsi invalidi
Per “fenomeno dei falsi invalidi” si intende quel gruppo di persone che, dissimulando requisiti di invalidità che in realtà non possiede, froda lo Stato beneficiando di somme previdenziali per cui non avrebbe alcun diritto. In totale in Italia, si pagano circa 2 milioni 980.799 prestazioni agli invalidi civili.
Questo fenomeno, secondo dati recenti dell’INPS, colpisce soprattutto il Sud Italia, dove risiede il 44,8% della popolazione. Basti pensare che gli assegni pagati in Calabria sono il doppio di quelli erogati in Emilia Romagna. Nello specifico, un milione 335,093 di questi trattamenti di invalidità, pari al 44,8 per cento del totale, riguardano il Sud, dunque nel meridione il rapporto è di un assegno ogni 15,6 abitanti, mentre nel resto del paese la media è di di uno ogni 23,5. Un calcolo coerente invece, mette in luce come se le pensioni di invalidità fossero in proporzione identica rispetto al Centro Nord, il loro numero non dovrebbe superare le circa 890 mila.
Sicuramente questi dati non possono significare che tutte le pensioni di invalidità siano false, le condizioni di vita e lavorative nel Sud Italia sono infatti sensibilmente inferiori, e può trovare giustificazione una ripartizione più ampia di pensioni di invalidità. Tuttavia non bisogna alimentare la cultura, ormai ben radicata nella mente dei politici del Sud, che la pensione di invalidità rappresenti una forma lecita di sussidio per chiunque, dovendo essa sempre essere radicata a precisi requisiti specifici.
Spesso tali sussidi, rappresentavano il tornaconto clientelare che permetteva ai politici di garantirsi dei voti per ricoprire determinate cariche. Non a caso pochi anni fa un’inchiesta del Corriere della sera aveva messo in luce come tra i parenti stretti di una trentina di consiglieri di alcuni municipi del napoletano si poteva contare la distribuzione di ben 60 pensioni di invalidità.
Come agire sul fenomeno dei falsi invalidi?
Più volte il Governo ha promesso di controllare tutte le pensioni di invalidità e sanzionare duramente chi avesse cercato di fare il “furbo”, tuttavia una seria manovra non è ancora mai stata applicata. Le indagini giudiziarie portate avanti dalle singole Procure della Repubblica italiane hanno avuto il pregio di valorizzare numerose ipotesi di abuso. Nel 2014 in Campania, ad esempio, 18.846 controlli hanno fatto scoprire circa 5543 casi dubbi e irregolari, che hanno condotto alla revoca del 30 percento delle pensioni esistenti.
Permangono però numerose difficoltà pratiche, una su tutte le resistenze politiche a cui sopra si accennava e che, secondo i dati dell’Inps raccolti fra il gennaio 2015 e il gennaio 2016, hanno comportato un aumento del numero dei trattamenti di pensioni di invalidità a 94.997 unità per i sempre più numerosi falsi invalidi.
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