Il pagamento pensioni cambia: nel quest’anno sono state introdotte nuove regole che vanno a modificare le date e il calendario per i pagamenti. Ecco cosa cambia nel dettaglio.
Pagamento pensioni 2017: accredito il primo giorno bancabile
Il decreto Milleproroghe ha introdotto una piccola modifica al calendario di pagamento delle pensioni. Nel 2017 la pensione potrà essere riscossa il primo giorno bancabile del mese. L’unica eccezione è il mese di gennaio, per il quale i pagamenti sono stati programmati il secondo giorno bancabile del mese.
La modifica apportata dal decreto Milleproroghe permette di unificare i pagamenti pensioni 2017 INPS, ex INPDAP ed ENPALS, semplificando così le procedure per l’istituto di previdenza.
Fino allo scorso anno le pensioni erano pagate il secondo giorno bancabile del mese, ma la norma approvata lo scorso 31 dicembre è intervenuta a modificare l’articolo 6 del DL 65/2015 che stabiliva i termini per il pagamento degli assegni pensionistici.
Pagamento pensioni 2017: il calendario
Il decreto Milleproroghe ha stabilito che nel 2017 le pensioni saranno pagate il primo giorno bancabile. Bisogna tener presente che banche e uffici postali considerano il sabato in maniera diversa. Mentre per gli uffici postali il sabato è un giorno bancabile, per gli sportelli bancari non lo è.
Se il primo giorno del mese cade di sabato, come avviene ad aprile e a luglio, quindi, i pensionati che hanno il conto corrente postale potranno riscuotere subito la pensione, mentre chi ha il conto corrente in banca dovrà aspettare fino al lunedì successivo. Ecco di seguito il calendario con le date utili per il pagamento pensioni 2017:
- 3 gennaio;
- 1 febbraio;
- 1 marzo;
- 1 aprile per la riscossione in posta, 3 aprile per la riscossione in banca;
- 2 maggio;
- 1 giugno;
- 1 luglio per la riscossione in posta, 3 luglio per la riscossione in banca;
- 1 agosto;
- 1 settembre;
- 2 ottobre;
- 2 novembre;
- 1 dicembre.
A meno che non ci saranno ulteriori modifiche, per il 2018 il giorno di pagamento è fissato invece al secondo giorno bancabile del mese, sia per gli uffici postali sia per quelli bancari.
Rivalutazione pensioni 2015: bisogna restituire lo 0,1%
Nel 2015 l’inflazione effettiva è stata inferiore a quella programmata: questo significa che i pensionati dovranno restituire una piccola quota di quanto ricevuto.
Nello specifico, l’inflazione programmata per il 2015 era dello 0,3% e questa è stata la percentuale usata per calcolare la rivalutazione delle pensioni. Ma l’inflazione effettiva è stata solo dello 0,2% e bisognerà restituire all’INPS lo 0,1% di differenza.
La restituzione era già stata rinviata lo scorso anno, perché il Governo aveva deciso di aspettare una ripresa più consistente dell’economia e dei consumi, evitando così di penalizzare i pensionati in un momento di scarsa crescita. Al momento sembra che la restituzione sia imminente e potrebbe essere addebitata già sulle pensioni in pagamento nel mese di febbraio.
A quanto ammonta la restituzione? A pochi euro: chi percepisce una pensione mensile di 1.000€ dovrà restituire per tutto l’anno circa 13 euro, mentre la riduzione per le pensioni minime sarà di circa 6,50€.
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