Mancata rivalutazione pensioni: no agli arretrati
I pensionati che avevano fatto richiesta all’INPS per ottenere gli arretrati della rivalutazione delle pensioni degli anni 2012 e 2013 si sono visti bocciare la richiesta.
L’INPS ha giudicato inammissibile le richieste, visto che nel 2015 il Decreto Legge numero 65 aveva concesso un rimborso parziale degli arretrati. Per fare ordine sulla questione delle rivalutazioni delle pensioni vale la pena fare un passo indietro e ripercorrere le diverse tappe della faccenda.
La riforma Fornero aveva stabilito il blocco delle rivalutazioni per le pensioni di importo superiore a 1.400 euro lordi. Il blocco avrebbe riguardato gli anni 2012 e 2013. Ma questo blocco è stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale che quindi ha riconosciuto il diritto dei pensionati di ricevere gli arretrati.ù
È valida la rivalutazione pensioni parziale del 2015
Nel 2015 il Governo è corso ai ripari decidendo di rimborsare solo in misura parziale i pensionati che ne avevano diritto. In particolare, il Decreto Legge n.65/2015 ha stabilito che a ricevere in parte il rimborso sarebbero stati solo i pensionati che percepivano meno di 2.800 euro lordi mensili. Per chi percepiva di più (cioè più di sei volte la pensione minima) il blocco delle rivalutazioni è stato confermato.
Pensionati e movimenti sindacali non hanno accettato di buon grado questa soluzione parziale e si sono rivolti alle sedi territoriali dell’INPS chiedendo il rimborso integrale delle somme maturate a partire dal 2012.
Alle domande ricevute, l’INPS ha risposto in modo negativo, ricordando che a disciplinare il rimborso delle rivalutazioni ci ha già pensato il DL 65/2015, emesso in attuazione della sentenza della Corte Costituzionale. Nelle lettere ricevute dai pensionati che avevano presentato domanda si legge:
“in riscontro alla Sua richiesta di rivalutazione del trattamento pensionistico in godimento per gli anni dal 2012 al 2015 a seguito della sentenza n. 70/2015 della Corte costituzionale, si comunica che la stessa non può essere accolta in quanto l’Istituto ha già pienamente adempiuto dando puntuale esecuzione alle previsioni contenute nel dl n. 65/2015 convertito in legge n. 109/2015 che disciplinano la materia.”
La partita però non è ancora chiusa: bisogna aspettarsi nuovi ricorsi alla Corte Costituzionale e nuove sentenze che potrebbero cambiare di nuovo la disciplina della rivalutazione delle pensioni.
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