Il sistema di sanità pubblica italiano
In Italia la gestione e amministrazione della sanità pubblica è affidata all’organo centrale del Servizio Sanitario Nazionale coadiuvato dal Ministero della Salute. Tali competenze sono sancite dall’art. 117 della Costituzione, che dal 2002 ha trasformato il nostro sistema in un sistema federalista che fissa sia le competenze esclusive dello Stato che quelle concorrenti delle Regioni. A tutela dell’intero sistema sanitario nazionale, c’è l’art. 32 della Costituzione che sancisce il diritto alla salute.
I problemi del bilancio della sanità pubblica
A differenza del sistema angloamericano che concede l’applicazione di cure mediche soltanto a fronte del pagamento di un’assicurazione, l’Italia applica un sistema diverso, che permette a tutti i suoi cittadini di beneficiare di assistenza gratuita entro certi limiti legislativamente predeterminati. Questo sistema, per quanto umanitariamente invidiabile, ha alla lunga creato dei profondi buchi di bilancio, anche a causa di una non sempre corretta gestione del patrimonio affidato agli ospedali e agli enti sanitari. Tutti questi problemi si riversano sui pazienti, che sono costretti ad attendere mesi e mesi per esami di routine e pagare ticket regionali salatissimi. Tale situazione è stata denunciata da più parti, persino dalla Corte dei Conti.
Quali soluzioni per il nostro sistema sanitario?
Una prima soluzione potrebbe derivare dalla sanità integrativa, con un sistema simile a quello americano che consentirebbe ai cittadini di destinare parte dei propri risparmi, ogni anno, al pagamento di assicurazioni sanitarie personalizzate ed entro certe fasce di prezzo. Una soluzione ancora più efficace sarebbe quella di portare il livello dei finanziamenti alla sanità pubblica a livello degli altri paesi europei più attrezzati, come la Germania. Tutte queste operazioni comunque presupporrebbero una risistemazione degli organici degli ospedali pubblici italiani, nei quali regna ancora il clientelismo e in cui non è raro scoprire che primari e medici autofinanziano i propri interessi piuttosto che la ricerca.
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