La prossima Legge di Bilancio abbasserà il limite di pagamento in contanti e favorirà l’uso dei pagamenti elettronici. Lo scopo è quello di ridurre l’evasione. A questo proposito, si parla anche di una possibile sanatoria per chi dichiara contanti nascosti al Fisco.
Limite contanti più basso e fatturazione elettronica per tutti
Secondo le anticipazioni circolate in questi giorni, la Legge di Bilancio probabilmente conterrà diverse norme che regolano i pagamenti in contanti e in moneta elettronica.
Il limite all’uso dei contanti dovrebbe essere abbassato: attualmente si può pagare in contanti fino a 3.000 euro (per le operazioni di money transfer il limite è invece di 1.000 euro). Parallelamente, dovrebbe essere incentivato l’uso di carte di credito e moneta elettronica, che permettono di tracciare i trasferimenti di denaro e ridurre il rischio di evasione.
Un’altra norma che dovrebbe entrare nel testo finale della Legge di Bilancio 2018 riguarda l‘estensione della fatturazione elettronica a professionisti e imprese private. Il nuovo sistema ridurrebbe drasticamente l’evasione e renderebbe superflue le comunicazioni periodiche dei versamenti IVA e lo spesometro.
Ipotesi condono sul contante
La misura su cui si sta discutendo di più in questi giorni è l’ipotesi di un condono sul contante. Secondo quanto comunicato dall’ANSA qualche giorno fa, il Governo avrebbe pensato a una sanatoria per far emergere parte dei contanti detenuti dagli italiani e non dichiarati al Fisco.
Stando alle stime del procuratore capo di Milano, i contanti non dichiarati ammontano a circa 150-200 miliardi di euro. L’idea sarebbe quella di tassare a forfait (si parla del 35%) la somma dichiarata e vincolare chi dichiara il possesso di contanti ad acquistare una quota di titoli di Stato.
L’ipotesi di un condono sul contante è stata criticata da più parti, soprattutto perché è alto il rischio che si traduca in un’operazione di riciclaggio di denaro sporco.
Chi detiene contanti all’estero fino al 30 settembre può ancora aderire all’operazione di voluntary disclosure bis e far rientrare in Italia i capitali non dichiarati in precedenza.
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