Cartella di pagamento: le novità
L’Agenzia delle Entrate, con il provvedimento n. 27036/2016, ha approvato il nuovo modello di cartella di pagamento.
Obbiettivo annunciato quello di rendere più chiare le informazioni fornite al contribuente. Recita il provvedimento: “È stato operato un intervento di razionalizzazione delle indicazioni utili al contribuente per l’assolvimento del debito“. Questo perché negli anni si è rilevata un’oggettiva complessità nella struttura del documento e nella terminologia utilizzata, complessità che operava da ulteriore freno alla riscossione.
Nel dettaglio cambiano le seguenti sezioni:
- “dove e come pagare”, con tutte le indicazioni su pagamento che prima andavano rintracciate con maggiori difficoltà, come modalità di pagamento in un’unica soluzione o rateale;
- “oneri di riscossione”, dove una volta si indicava “compensi” con termini che non chiarivano bene quali somme spettassero ad Equitalia;
- “presentazione del ricorso”, che prima si chiamava “presentazione del reclamo-mediazione e del ricorso”, con il chiaro intento di semplificare la terminologia oltre alla struttura della cartella e, come vedremo in seguito, l’obiettivo di ridurre al minimo il contenzioso.
Cartella di pagamento: reclamo e contenzioso
Le novità introdotte si sono rese necessarie a seguito della riforma del contenzioso tributario.
In caso di controversia, se il valore della stessa è inferiore ai 20mila euro, la presentazione del ricorso giudiziale vale ora anche agli effetti di un reclamo.
Il ricorso può inoltre presentare una proposta di mediazione e la conseguente rideterminazione dell’importo dovuto.
Tra le novità in tema di contenzioso c’è la fissazione di un nuovo limite di valore della controversia entro il quale non è necessario essere assistiti da un legale. Tale limite passa da 2.582,28 euro a 3mila.
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