Qual è lo stipendio medio in Italia, in quali città gli stipendi sono più alti e dove più bassi? L’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro ha studiato l’andamento del mercato del lavoro nelle diverse regioni italiane nel 2016, raccogliendo dati molto interessanti non solo sul livello degli stipendi, ma anche su tasso di disoccupazione e lavoro femminile.
Stipendio medio Italia: Bolzano prima in classifica, Ascoli Piceno ultima
La città in cui lo stipendio medio è più elevato è Bolzano: qui un lavoratore dipendente guadagna 1.476 euro al mese. Agli antipodi della classifica c’è la provincia di Ascoli Piceno, dove lo stipendio medio raggiunge appena 925 euro. La differenza di guadagno tra la prima e l’ultima in classifica supera i 550 euro, più di un terzo della paga mensile.
Lo stipendio medio in Italia è di 1.315 euro ma al nord si guadagna più che al sud. Le prime 54 posizioni in classifica sono occupate infatti da città che si trovano nelle regioni del nord e la prima città meridionale è L’Aquila che si piazza al 55° posto.
Tasso di disoccupazione più alto nelle regioni del sud Italia
Nel report dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro “Le dinamiche del mercato del lavoro nelle province italiane” si parla anche di tasso di disoccupazione e di occupazione femminile. Anche da questo punto di vista il divario tra nord e sud Italia è molto evidente.
La provincia che ha il minore tasso di disoccupazione è Bolzano, dove non trova lavoro il 3,7% delle persone attive, mentre quella che ha il tasso di disoccupazione più alto è Crotone, dove lo scorso anno il 28,3% delle persone attive era in cerca di occupazione.
Preoccupanti i dati riguardanti i Neet, i ragazzi con un’età compresa tra 15 e 29 anni che non studiano, non lavorano e non stanno frequentando corsi di formazione. Si tratta di oltre 2 milioni di ragazzi in tutta Italia. Bolzano si conferma la provincia nella quale il mercato del lavoro ha meno problemi: i neet sono solo il 9,5% della popolazione giovanile. All’opposto, nella provincia del Medio-Campidano i ragazzi esclusi dal mondo della formazione e da quello del lavoro sono il 46,2%.
Occupazione femminile: a Bologna lavorano due donne su tre
Il report statistico dimostra anche che l‘occupazione femminile in Italia è ancora a livelli bassi. Secondo l’Osservatorio dei consulenti del lavoro:
“Lo squilibrio tra tasso d’occupazione maschile e femminile è strettamente correlato allo squilibrio nella suddivisione del carico familiare tra donne e uomini e nella disponibilità e costo dei servizi di cura per i bambini, che sono molto differenziati nelle due aree del paese, ma anche e soprattutto all’aspettativa retributiva delle donne, che se è bassa non rende conveniente lavorare in presenza di figli a carico, perché il costo dei servizi sostitutivi per la cura dei bambini e per il lavoro domestico possono superare lo stipendio o ridurlo drasticamente.”
La provincia nella quale le donne lavorano di più è Bologna (il 66,4%), mentre quelle dove le donne lavorano meno sono Barletta-Andria-Trani (qui le donne occupate sono il 24,1% del totale), Napoli (le donne lavoratrici sono il 25,5%) e Foggia (dove il tasso di occupazione femminile è il 25,6%).
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