Spesometro semestrale: di cosa si tratta?
Lo spesometro è la trasmissione dei dati rilevanti ai fini IVA. Si tratta di uno strumento nato per la lotta all’evasione, nello specifico per contrastare la pratica delle fatture false, delle doppie fatture con la stessa numerazione, delle fatture emesse e poi mai registrate in contabilità .
I soggetti obbligati alla trasmissione dei dati sono quindi coloro che operano con partita IVA e dunque emettono fatture e ne ricevono, registrandole in contabilità .
Ma lo spesometro riguarda indirettamente anche i privati, poiché la comunicazione dei dati degli acquirenti, attraverso il codice fiscale, comporta la segnalazione dei nostri acquisti all’Agenzia delle Entrate che dunque può operare un confronto tra quanto indichiamo in dichiarazione dei redditi e il nostro effettivo tenore di vita.
Spesometro semestrale: trimestrale rimandato al 2018
Fino al 2016 lo spesometro consisteva in una comunicazione annuale, ma la Legge di Bilancio 2017 ha introdotto il tanto discusso spesometro trimestrale. La comunicazione dunque si fa in quattro, il che comporta una serie di operazioni e costi in più per aziende e consulenti, cosa che non è passata sotto silenzio come vedremo nel prossimo paragrafo.
Proprio a causa delle proteste, si è deciso di inserire una deroga per il primo anno di applicazione dello spesometro trimestrale: grazie ad un emendamento, approvato in commissione affari costituzionali del Senato, al decreto Milleproroghe l’adempimento per il 2017 sarà semestrale. Questo concede un po’ di tempo ai soggetti obbligati alla trasmissione per organizzarsi con la propria struttura interna, a livello di software di compilazione e trasmissione e nei rapporti con i commercialisti.
Spesometro semestrale: la protesta dei commercialisti
E sono proprio i commercialisti ad intestarsi questa piccola vittoria. La categoria infatti è sul piede di guerra fin dalla pubblicazione della prima bozza della Legge di Bilancio 2017.
I consulenti lamentano una mancata semplificazione degli adempimenti, che invece paiono complicarsi sempre di più andando a colpire coloro che da sempre si impegnano ad essere in regola con obblighi di comunicazione e pagamenti. Ma a quanto pare l’emendamento sullo spesometro non basta, le associazioni confermano lo sciopero dei commercialisti, previsto per 8 giorni dal 28 febbraio al 7 marzo (in concomitanza con la scadenza delle dichiarazioni IVA). Continua a seguirci, ti aggiorneremo sull’iter del Milleproproghe e su tutte le novità circa lo sciopero dei commercialisti.
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